Uno degli aspetti che più di altri preoccupa coloro che mi chiedono di essere guidati in un trekking di più giorni, quindi con bivacco o campo lungo il sentiero, è il peso dello zaino.

Normalmente accade infatti che si sia poco abituati a rinunciare alle abitudini e comodità quotidiane e che, come diretta conseguenza, lo zaino possa pesare ben oltre i 15 chili. Peso che non si dovrebbe (quasi) mai superare, quale che sia la vostra struttura e forma fisica.

Certamente il peso finale dipende in gran parte da quanto i vostri “accessori” siano tecnici, dato che già uno zaino di fascia economica, per esempio, pesa solitamente molto di più rispetto ad uno zaino tecnico. E lo stesso vale per qualunque altro accessorio, dalle posate, al fornello, e così via. Altro aspetto fondamentale è quello di abituarsi a rinunciare a tutte quelle cose che “potrebbero” servirci, e che invece regolarmente rischiamo di portare a passeggio per le montagne senza farne uso.

Vediamo allora una specie di check list che possa esserci di aiuto per ottimizzare il contenuto dello zaino.

Naturalmente non possono mancare materassino e sacco a pelo. Il primo potrà essere del tipo in polietilene espanso (che ha il vantaggio di essere economico e molto leggero ma l’enorme svantaggio di essere troppo ingombrante) oppure del tipo “autogonfiante”, decisamente meno ingombrante e più isolante. Per il sacco a pelo ovviamente molto dipende dalla stagione perché, esattamente come per l’abbigliamento, non esiste un sacco a pelo che possa andar bene per l’estate e anche per l’inverno. Approfondire qui gli aspetti legati alla sua scelta (temperatura di comfort, materiali costruttivi, square o a mummia) sarebbe troppo lungo però mi sembra abbastanza importante sottolineare il fatto che una notte trascorsa bene, con un buon sonno, è fondamentale per poter godere a pieno delle nostre escursioni e ripartire in gran forma la mattina seguente. 

Personalmente, se si esclude l’inverno, io preferisco non portare con me la tenda. Infatti è possibile spesso trovare un luogo riparato, un ovile, una grotta, evitando di portare con se chili di troppo. Naturalmente capisco che non tutti se la sentono e in tal caso occorre ricordare che le tende economiche pesano tanto e riparano poco (sono prevalentemente strutturate con zanzariere che non isolano dal vento e non hanno falde a terra che proteggano dall’umido notturno). Le tende buone costano tanto. Per i trekking itineranti, ad esempio, rinunciate da subito a modelli del tipo “2 secondi”, possono andar bene per un campeggio vicino all’auto ma sono troppo ingombranti per qualunque zaino.

Un minimo di abbigliamento di ricambio è necessario ma in questa partita si gioca gran parte del peso e ingombro dello zaino. Certamente nella stagione invernale non dovremo sottovalutare l’escursione termica che separa il giorno dalla notte ma nemmeno dovremo sovraccaricarci di abbigliamento inutile. In estate sarà sufficiente un cambio di maglietta e biancheria intima, mentre per l’inverno ci si potrà limitare a portare con se un panta in micropile per la notte e un piumino con una giacca impermeabile leggera, che coprono quasi tutte le esigenze. Un trucchetto semplice per proteggere e isolare l’abbigliamento di ricambio è quello di racchiuderlo in sacchetti sottovuoto (come quelli che si utilizzano per gli alimenti) oppure negli ultimi anni si sono diffusi tanto i praticissimi sacchetti sigillanti della Ikea, prodotti in tutte le dimensioni e adatti allo scopo.

Dal punto di vista alimentare, mentre per il pranzo non è necessario pensare a qualcosa di speciale (quello che mangiate abitualmente nei trekking giornalieri andrà benissimo, purché non siate abituati a portare con voi intere teglie di pasta al forno!) per la sera si dovrà prevedere almeno un pasto caldo. Oltre alle classiche buste Knorr o di altre marche note, si trovano oramai piatti precotti che richiedono solo pochi minuti di riscaldamento o cottura (riso, farro eccetera). Questi hanno il vantaggio di non consumare tanto gas e di non richiedere lunghi tempi di cottura e attesa. Chi volesse potrà rivolgere le proprie attenzioni anche ai cibi specifici per il trekking Trek’n Eat, Travellunch, Tiberino ecc), già predisposti in busta alluminizzata: sono un po’ più costosi e, spesso, meno buoni, ma hanno valori nutrizionali equilibrati e soprattutto offrono il gran vantaggio di non richiedere una pentola per la cottura perché solitamente è necessario inserire dell’acqua calda dentro la busta ed attendere qualche minuto.

Fornellino e bomboletta di gas possono fare una gran differenza, specie in inverno quando scaldare una cena o una colazione è un gesto che vale ben più di una semplice coccola. Bombolette e fornelli da campeggio come i diffusissimi CampingGas non sono adatti. Pesano, ingombrano ed hanno una efficienza piuttosto ridotta. I fornelli più adatti sono quelli prodotti da tante altre aziende (Primus, Markill, MSR…), minuscoli, con valvola e attacco a vite. Se non si prevedono lunghe permanenze si potrà quindi portare con se una sola bomboletta di piccole dimensioni e di peso ridotto (110 gr), che solitamente è sufficiente per almeno due cene e due colazioni per due persone. Al fornellino andrà necessariamente associata una ‘popote’ (termine sconosciuto ai più, che indica un kit di pentolini compatti) e un set iperleggero di posate.

Venendo ora alle cose più semplici direi che in uno zaino ben organizzato non deve mancare una lampada frontale (sempre con le sue batterie di ricambio!), il già citato kit di pronto soccorso, dei fazzolettini e delle salviette umide (in un’altra occasione torneremo su questo stesso blog con il difficile argomento “esigenze fisiologiche”).

Se decideste di portare con voi una mini-quantità di sapone per l’igiene personale non trascurate di scegliere prodotti che siano biodegradabili e che impattino il meno possibile sull’ambiente. Sul mercato se ne trovano tanti e di recente anche una piccola azienda sarda, la Insula di Urzulei, ha iniziato a produrre saponi biodegradabili (organici) adatti per l’uso nelle nostre escursioni.

Tra i dettagli apparentemente secondari ci sono le “scarpe a campo”, cioè delle calzature comode e larghe che vi permettano di trascorrere le ore al campo liberando il piede dalla calzatura da trekking. Secondo la località in cui prevedete di fare campo potrebbero essere addirittura sufficienti delle (leggerissime e poco ingombranti) infradito, altrimenti delle calzature tipo Teva, Lizard eccetera svolgeranno al meglio il loro ruolo in qualunque altra situazione.

Infine l’acqua, la benzina per il nostro organismo, di cui non possiamo fare a meno. Non lesinate, non rinunciate a bere e, soprattutto, non rischiate di rimanere senza. È inutile cercare qui di stabilire quanta acqua dovrete avere nello zaino perché molto dipende ovviamente dalla stagione (maggiore o minore sudorazione), dalle ore di cammino (in relazione al consumo energetico) e da tanti altri fattori anche individuali. Ricordate però che in un trek di più giorni le vostre esigenze di idratazione saranno molto maggiori rispetto a quelle di un normale trekking di una sola giornata.

E lo zaino? L’abbiamo citato all’inizio in relazione al suo peso ma ovviamente uno dei fattori più importanti è la sua dimensione. La grandezza (ovvero il volume) di uno zaino si misura in litri e per un trekking di più giorni vi suggerisco caldamente di non adottare zaini di volume inferiore ai 60 litri. Per esperienza so che in tanti affermano di potersi arrangiare con il loro “vecchio” zaino da 40 litri… è vero, si può, ma sappiate che sembrerete un albero di natale con tutta quella roba appesa all’esterno. Scherzi a parte, se si vuol gestire al meglio tutto il necessario, proteggendolo tra l’altro da pioggia o abrasioni, è importante valutare bene gli spazi e fare in modo che tutto sia contenibile all’interno dello zaino.